Ero a casa mia, stesa sul mio letto a contemplare il soffitto mentre il cellulare iniziò a squillare. Sbuffai scocciata. Ogni qual volta ero in piena tranquillità qualcuno scocciava. Credendo fosse Gossip Girl lo lasciai stare, ma il cellulare suonava insistente. Così presi di slancio quell'affare tecnologico e non appena vidi che era S risposi subito.
Pronto? chiesi. E la risposta non tardò ad attendere. S era in lacrime.
Ho bisogno di te, ti prego.. sono a Manhattan.. nella strada principale al civico 111. Mi accigliai leggermente, per quale motivo era li? E perchè non mi aveva chiamato dicendomi che era tornata dalla sua vacanza?
Arrivo. Non ti muovere di lì .
E attaccai. Così pigliando il soprabito e dicendo a Dorota di avvertire mia madre che ero uscita, ero corsa fuori casa prendendo la Limousine e arrivando nel posto dettomi da S in poco meno di 10 minuti. Quel giorno manhattam era deserta. Vidi S su una panchina poco distante dal luogo in cui il mio autista mi aveva lasciata. Mi avvicinai a lei e vidi tutto il trucco colore sulle sue guance. Appena vidi che la sua mano stava per alzarsi e asciugarle gliel'abbassai passandole un fazzoletto.
Non osare asciugarti le lacrime con la mano. dissi dandole una mano a ripulirsi il viso. Quando finimmo la guardai, gli occhi arrossati, e il viso sconvolto. Come se fosse morto qualcuno.
S, che è successo? chiesi per poi stringerle la mano. Era pur sempre la mia migliore amica, era l'unica persona a cui tenevo di più e alla quale tenevo molto. Anche se litigavamo spesso, c'eravamo sempre, una per l'altra.